Page 61 - Guida Pompei 12 - Tracce di vita intorno al denaro
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Questa grande dimora, che prende il nome da un affresco raffigurante il
commediografo Menandro, appartenne molto probabilmente, a partire dalla
tarda età repubblicana, alla famiglia dei Poppaei, sulla base del sigillo con
il nome di Q. Poppaeus Eros ritrovato nell’alloggio del procurator.
Il nucleo originario subì nel corso di più di quattro secoli di vita varie
trasformazioni; al primo impianto, ricadente nella parte settentrionale
dell’insula, con pianta regolare costruita intorno all’atrio, venne annes
sa, la casa adiacente e, nel settore posteriore, il colonnato venne am
pliato su tutti i lati, creando una casa con impianto aristocratico con
doppio atrio e peristilio. Successivamente, con l’acquisizione di alcune
piccole case adiacenti, vennero apportati ulteriori ampliamenti: fu crea
to il quartiere termale con ingresso indipendente, il quartiere rustico con
la stalla, le stanze per la servitù e l’alloggio del procurator, una piccola
casa autonoma con atrio tuscanico. Dopo il terremoto del 62 d.C. ven
ne realizzato un piano superiore abitabile con ingresso indipendente
e ulteriori lavori di ristrutturazione erano ancora in corso al momento
dell’eruzione.
Numerosi i ritrovamenti venuti alla luce durante le varie fasi dello scavo del
complesso, avvenuto tra il 1926 e il 1932 sotto la guida di Amedeo Ma
iuri; estremamente interessanti quelli monetali recuperati in ambienti diversi
della casa, il più significativo e famoso è il “tesoro” custodito nella cantina
in una cassa di legno contenente il ricco servizio di argenteria (108 pezzi),
composto da vasellame per bere (argentum potorium), da tavola (argentum
escarium) e da toeletta (argentum balneare), numerosi e pregiati gioielli sia
maschili che femminili che erano riposti in un cofanetto di legno con guarni
zioni in osso, e il gruzzolo di monete (13 aurei e 33 denari d’argento) del
valore complessivo di 1432 sesterzi.
In altri ambienti della casa si rinvennero i corpi di alcune vittime, in gran
parte adulti, forse i servi che abitavano il quartiere rustico che stavano 9
tentando di raggiungere il piano superiore per fuggire attraverso i tetti;
accanto ad essi si recuperarono quattro gruzzoletti costituiti da poche mo
nete, il loro modesto peculio. Un altro rinvenimento, invece, di particolare
interesse è il gruzzolo composto da due aurei e novanta denari d’argento
(equivalente a 560 sesterzi), forse custodito in una borsa di cuoio, recupe
rato in un cubicolo del quartiere servile accanto ai corpi di un adulto e di
una giovanetta; il ritrovamento nell’ambiente di un sigillo bronzeo con il
nome di Q. Poppeo Erote ha fatto ipotizzare che il gruzzolo appartenesse
al procurator, l’amministratore dell’azienda domestica agricola e che gli
occorresse per far fronte alle spese di gestione della casa e per i lavori di
ristrutturazione in corso.
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