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Il tesoro della Casa del Menandro. Cronaca di una scoperta

Pompei 12 tracce di vita intorno al denaro

Tappa 5 - Casa di L. Cecilio Giocondo

CASA DI L. CECILIO GIOCONDO. L´ingresso. ©SSBAPES

Nella casa di Lucio Cecilio Giocondo numerose tavolette cerate forniscono un'eccezionale testimonianza sulla compravendita di beni mobiliari ed immobiliari, animali e schiavi. Sono documentate anche attività diverse, come la riscossione di fitti, prestiti e esazione di tributi.

Durante gli scavi condotti nel 1875 nella casa del "banchiere" Lucio Cecilio Giocondo il rinvenimento di una serie di tavolette cerate ha fornito una documentazione eccezionale sull´uso del credito in alcuni casi di transazioni e di attività economiche.

Le tavolette cerate erano un supporto scrittorio comune nel mondo antico: su una tavoletta rettangolare rivestita di cera si incideva con uno strumento a punta (lo stilus) il testo. A seconda della lunghezza del documento, potevano essere adoperate più tavolette che venivano legate insieme. Gli effetti devastanti dell'eruzione del Vesuvio hanno carbonizzato le tavolette consentendo, anche se con notevole difficoltà di decifrazione, la lettura.

Sono stati recuperati 153 documenti che attestano le ricevute (apochae) rilasciate davanti a testimoni a Giocondo per le somme da lui anticipate a compratori nelle vendite all´incanto o a privati cittadini in piccole transazioni. Nelle ricevute vengono indicati il nome del venditore, in un caso anche del compratore, talvolta l´oggetto della vendita, i nomi dei testimoni e la somma versata dal "banchiere". Si tratta perlopiù di cifre modeste, talvolta poche centinaia di sesterzi (la più alta in assoluto è di 38000 sesterzi), a conferma che i cittadini che usufruivano di questo servizio appartenevano al ceto medio, commercianti o proprietari terrieri di medio calibro.

L'impiego dei capitali

CIL IV 3340 X

Iscrizione a CIL 3340 X. ©SSBAPES
La somma di 38079 sesterzi venne data in obbligazione a Lucio Cecilio Giocondo per la vendita all'incanto di Marco Lucrezio Lero, essendo in essa compreso il 2% di aggio.
Marco Lucrezio Lero assentì di averla introitata da Lucio Cecilio Giocondo. Atto stipulato a Pompei il 22 gennaio sotto il consolato di Nerone Cesare e di Lucio Antistio (55 d.C.).

Commento

Le parti sopra riportate costituiscono le pagine due e tre di un trittico formato da tre tavolette originariamente unite insieme, di cui le altre pagine risultano o non scritte (p. 1 e 6), o non più leggibili (pp. 4-5).

Le tavolette, che venivano chiuse con sigilli in ceralacca dopo essere state firmate dagli attori e dai testimoni, costituivano prove documentali e hanno un valore simile a quello dei nostri rogiti notarili.

Il nostro Cecilio Giocondo, nella cui abitazione venne trovato un archivio contenente un cospicuo numero di questi documenti, mostra di essere una sorta di banchiere e intermediatore finanziario. In questo caso le tavolette fungono da ricevuta data da Marco Lucrezio Lero a Lucio Cecilio Giocondo per la vendita all'asta di suoi beni. La somma ricordata, costituita da 37.332 sesterzi, cui si aggiunge l'aggio pari alla cinquantesima parte di essa, ossia 746,64 (arrotondati a 747) sesterzi, costituisce la somma più rilevante delle transazioni economiche rinvenute nell'archivio di Cecilio Giocondo.

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Mentre il papiro, notevolmente più costoso, veniva solitamente riservato per scritti letterari, le tavolette cerate costituivano il mezzo più corrente di scrittura, impiegato in ciò per gli usi più vari. Esse erano costituite da un supporto di legno ricoperto di cera entro cornice, che veniva incisa con un apposito strumento appuntito, lo stilo, che aveva all'altro terminale una parte piatta, ideale per poter cancellare il testo già scritto e reimpiegare la tavoletta.

Le tavolette, impiegate solitamente in gruppi di due o tre legate tra di loro, venivano richiuse come pagine di libro e sigillate con il marchio o il nome di chi le scriveva a prova di autenticità, ove dovessero essere inviate come messaggio. Ove dovessero essere utilizzate come rogiti la procedura era più complessa, prevedendo le firme di vari testimoni prima della sigillatura.

Le tavolette cerate rinvenute nell'archivio di Cecilio Giocondo contenevano gli atti relativi ad operazioni finanziarie effettuate tra il 52 e il 62 d.C. riguardanti la compravendita di beni mobiliari ed immobiliari, di animali e di schiavi, e anche riscossione di fitti, prestiti garantiti da merci, e l'esazione di tributi, effettuata, questa, per conto della colonia.

Un altro cospicuo archivio, riguardante la famiglia puteolana dei Sulpicii venne rinvenuto in una costruzione posta all'esterno della città, in località Murecine, lungo il corso del Sarno.

Ubicazione del sito
Regio V Ins. 1 nr. 26

Ubicazione

Visibilitá

  • Casa di L. Cecilio Giocondovisibile dall'esterno
  • Peristilionon accessibile
  • Tavolette cerateMANN *

* Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Vedi la tappa su Street View

mappa di 'Casa di L. Cecilio Giocondo '

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